Parco delle Colline di Brescia, un giardino botanico di periferia - di Matteo Solimando

È una splendida giornata di primavera e come ogni anno riprende la vita dopo un inverno di pausa. Per un appassionato di flora spontanea come me significa anche ricominciare con le gite alla ricerca di fiori da catturare con l’obbiettivo della macchina fotografica. È già qualche mese che attendo l’ennesimo rinnovarsi della vita, pensando ai possibili itinerari da percorrere. Ma oggi non voglio utilizzare alcun mezzo di locomozione, solo le mie gambe: perciò mi avvio sui sentieri dietro casa.
Da Cellatica è facile raggiungere la dorsale di queste colline, dove l’attività antropica è notevole e discutibile, in cui però fortunatamente resiste ancora una natura meravigliosa e ricca di varietà floristiche importanti, come le oltre venti specie di orchidee presenti. Esse sono altresì una balconata eccezionale sulla pianura Padana, sulla città di Brescia e su parte dell’arco alpino, su cui troneggia il possente Monte Guglielmo, ancora incappucciato di neve. Il percorso da me scelto risale la carrozzabile per Collebeato quindi, passando dall’azienda agricola Tonoli, attraversa alcune balze con muretti a secco sistemati di recente per recuperare antichi vigneti. Arrivato sulla sterrata che porta al santuario della Madonna della Stella, la seguo per un breve tratto deviando quindi a destra sul sentiero 3V che conduce al culmine di queste colline, il Monte Peso a 483 m.
Suggestiva è la vista su Brescia e la sua montagna, il Monte Maddalena, sulla valle del Garza con Nave e il Monte Dragoncello. Un ripido sentiero nel bosco di castagni scende a un prato al margine del quale troviamo il cippo dell’U.O.E.I. eretto nel 1924 alla memoria di Bruno Ugolini. In pochi minuti giungo all’ex santuario di Santo Stefano. Proseguendo sempre verso Nord mi mantengo sullo spartiacque che attraversa boschetti di roverelle, carpino nero, orniello e scotano che lasciano ben presto spazio ad aperti prati aridi e alla loro caratteristica vegetazione. La dorsale degrada ora lentamente verso il corso del fiume Mella con eccezionale panorama sulla bassa Valle Trompia e con qualche gradone perviene al vecchio ponte metallico, porta di accesso all’ex cementificio Cembre, attivo dal 1956 al 1970. Nulla rimane degli edifici industriali, mentre ben visibile è la ferita dovuta all’estrazione del minerale. L’inesorabile trascorrere del tempo sta ricolonizzando l’area con specie tipiche degli ambienti ruderali. Attraverso la zona in direzione del paese ma giunto alle prime case abbandono la strada per un sentiero a destra che riprende quota tornando a Santo Stefano.
Poi aggiro il Monte Peso e transitando dal Casì del Feo sbuco sulla strada intercomunale dei Campiani che seguo in direzione di Cellatica e quindi di casa.

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